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Negoziato PAC: a che punto siamo?

03/07/20
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transizione ecologica - CambiamoAgricoltura

Con il mese di giugno si conclude il semestre di presidenza Croata dell’Unione Europea, in questa occasione e prima della pausa estiva facciamo il punto sul percorso della riforma della Politica Agricola Comune che ha preso avvio il 1 Giugno 2018 con la presentazione dal parte della Commissione Europea delle proposte di regolamenti.

Da quella data la palla è passata al Parlamento Europeo e il Consiglio AGRIFISH che hanno facoltà di emendare i regolamenti e votarli. A seguito di ciò partirà una fase di negoziato a 3 (commissione, parlamento e consiglio) detto Trilogo per giungere alla ratifica congiunta dei regolamenti.

La complessità del tema e le elezioni del nuovo Parlamento UE dello scorso anno, unitamente alle incertezze dovute al non accordo sul budget pluriennale europeo hanno allungato i tempi di discussione delle proposte il cui termine era inizialmente previsto per l’inizio del 2020. A ciò da ultimo si è aggiunta l’emergenza COVID19.

Il 30 Giugno si è giunti ad un accordo sul Regolamento transitorio che durerà 2 anni, posticipando di fatto l’ingresso della riforma al 2023, accogliendo le richieste del Consiglio Europeo e del Parlamento, mentre la commissione avrebbe preferito un rinvio di un solo anno così da non rimandare la riforma della PAC e il suo contributo al Green Deal Europeo.

Dal punto di vista del consiglio AGRIFISH poco si è mosso nel 1° semestre del 2020 sotto la presidenza Croata, come si evince dal documento di avanzamento lavori varato dal consiglio lo scorso 29 Giugno. La posizione del Consiglio purtroppo non pare orientata ad aumentare l’ambizione ecologica dei regolamenti, ma anzi propone emendamenti che indeboliscono le proposte della Commissione Europea. In particolare si sottolinea la richiesta di limitare ai soli seminativi la necessità di lasciare una superficie destinata alle aree naturali (indispensabile invece in tutti gli agro-ecosistemi come chiede anche la Commissione Europea nella Strategia per la Biodiversità), così come un indebolimento negli indicatori e nel monitoraggio. Dal 1 luglio è compito della subentrante presidenza tedesca portare a termine il lavoro sugli emendamenti che secondo la roadmap prevista si dovrà concludere prima della fine dell’anno.

Un cambio di rotta è invece avvenuto all’interno della discussione Parlamentare. Dopo l’insediamento del nuovo Parlamento, infatti, le commissioni Agricoltura a Ambiente, avevano deciso di lavorare insieme alla formulazione di un unico pacchetto di emendamenti da presentare al voto in plenaria (previsto ad oggi per fine ottobre 2020), partendo dagli emendamenti predisposti dalle commissioni della precedente legislatura. Le posizioni di partenza delle due commissioni erano però molto differenti in particolare sulle ambizioni ambientali, e tali sono rimaste, tanto che la commissione Ambiente ha deciso nelle scorse settimane di chiudere il dialogo con la Commissione Agricoltura, decidendo di presentare dei propri emendamenti al voto plenario. Ciò, secondo CambiamoAgricoltura e i network europei che chiedono una PAC davvero sostenibile è una buona opportunità per far votare in Parlamento delle modifiche ai regolamenti che siano davvero in linea con il Green Deal Europeo e le Strategie per la Biodiversità e Farm to Fork, come richiesto anche dalla commissione europea.

I prossimi saranno quindi mesi decisivi, la Coalizione CambiamoAgricoltura, sarà quindi in prima linea per chiedere una riforma della Politica Agricola Comuni che assicuri un futuro agli Agricoltori, ai Cittadini e al Pianeta.

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